…on my way
…e poi ti incattivisci e odi tutto, odi tutti.
Non tolleri i loro sguardi, il loro compatirti.
Non tolleri le loro parole. Forse vorrebbero essere d’aiuto e invece risultano come lame affilante, in un corpo già di per se molto sofferente.
Penso: facile dispensare consigli da vite perfette, senza mai un cazzo fuori posto dove gli imprevisti son sempre sorprese.
Facile dare consigli quando hai un tetto sulla testa, quando l’ansia di non sapere dove dormirai non è la tua.
Facile fare i saputelli ed avere la verità in mano quando non si è affrontato nemmeno uno dei problemi in cui da mesi sguazzo. Facile trovare soluzioni ai problemi altrui.
E più ascolto il vostro vociferare in sottofondo, più mi chiudo in me stessa. Vorrei sparire. Vorrei non potervi sentire più. Vorrei dissolvermi. Vorrei vi dimenticaste di me.
Lasciatemi alla mia vita di merda, ingarbugliata, piena di casini e disperazione.
Lasciatemi ai miei fallimenti, alle mie rovine.
Io combatto ogni giorno. Voi sapete cosa significa?
Combatto per avere quello che voi avete per scontato. La vostra cazzo dì vita perfetta, senza avere fatto nulla per meritarvela. Forse a parlare e’ la rabbia, a volte l’invidia.
Tenetevela stretta.
Non voglio i vostri consigli.
Pago il prezzo per aver osato, per essermi spinta oltre i limiti. Per essere andata oltre.
Pago il prezzo per non aver mai abbassato la testa, per non essere in grado di accontentarmi. Per prendere di più, in primis da me stessa. Scavo costantemente in sabbie mobili di merda, e finché riuscirò a tenere la testa fuori sarà una vittoria.
Potete dire lo stesso?
Dimenticatevi di me, dei miei sbagli, del mio essere diversa da ciò che la società vorrebbe. Di non essere all’altezza della vostra vita.
Ne sareste all’altezza della mia?
Si mi incattivisco, perché la mia vita cade a pezzi e non provo comunque interesse a parlare di quella altrui.
Quello che ho perso non ha valore economico.
Non ho perso poang chair dell’ikea, ho perso dei pezzi unici che con amore ho riportato in vita. Ho perso mazzi di fiori secchi che ricordavano occasioni speciali. Quello che ho perso era frutto del mio amore e della mi dedizione per quello che costruisco, per qualsiasi cosa che faccio. Ho perso la passione per me stessa. Ho perso un’altra piccola parte di me. Quello che ho perso non si può ricomprare, se ne è andato per sempre.
Questo molti non lo proveranno e comprenderanno mai, ed è quello che rende unica me e la mia vita di serie c.
Sono intollerante.
Non sopporto più nulla, perché ho un’emicrania costante che mi accompagna. Non sopporto perché ho la tachicardia tutti i giorni, mi sveglio a causa di essa. Non sopporto perché dormo quattro ore a notte quando sono fortunata, quando riesco a prendere sonno stremata dopo l’ennesima battaglia contro tutti i miei demoni.
Ho la tiroide che non collabora e non digerisco un cazzo.
Ho i funghi ai piedi e dolori alle gambe. Braccia e mani ustionate, che fanno male ma mai quanto le vostre parole.
Chiedo pietà. Sono esausta.
Sto male, non me ne frega nulla di cosa fareste voi nei miei piani, non me ne faccio nulla delle tue ipotesi.
Apprezzo I silenzi, i sorrisi.
Voglio un abbraccio.
E mentre il mio fidanzato mi rimprovera per l’ennesima lacrima versata, io sorrido perché in ogni mia lacrima c’è la forza di uno tsunami.
E anche se a volte la vista e il cervello che mi si offuscano voglio credere che a muovervi sia dell’egoismo, l’egoismo di volermi nelle vostre vite. Che non mi rendiate conto della pericolosita’ e potenza delle vostre parole, nella convinzione di essere nel giusto.
Siete il mio Christof e io il vostro Truman, ma e’ da tempo che sono nella tempesta, e anche se sara’ difficile e soffernte trovero’ la mia porta aperta.
