Homeless Hopeless

Homeless Hopeless

28 March 2022 0 By alyxia

Un mese senza casa.

Domenica 27 febbraio – domenica 27 marzo.

Un mese esatto.

Sessa domenica, stesso numero.

Mi manca tutto.

Riconduco suoni, profumi, e sensazioni a ciò che ho perso.

Mi mancano i miei fiori secchi e la cura che ho avuto per loro. Mi manca Il loro profumo. Profumo dì buono, dì casa.

Mi manca l’accoglienza.

Mi manca l’amore che trasudava.

La nostra casa non era nuova, non era bella, non era costosa, ma aveva una storia, parlava dì noi.

Pensavo fosse il mio luogo protetto, inviolabile.

La mia isola felice.

Mi dava sicurezza, un po’ dì pace.

Lascio alle spalle un altro pezzo di me.

Ho perso tanti pezzi negli anni, ogni tanto mi chiedo cosa restera’ di me.

Mi chiedo cosa sono.

Cosa e’ giusto che sia, cosa dovrei essere per far si che le cose funzionino, per non soffrire.

Essere me stessa non funziona. Talvolta mi domando se non sono all’altezza di questo mondo, o se forse non faccia schifo abbastanza per sentirmene parte.

Fluttuo nell’oblio, mai come prima.

Sento il vuoto dei miei pensieri che, a tratti, sfocia in rabbia.

Percorro sentieri sconosciuti e sono in balia dell’ignoto.

Mi sento immobile, non ho controllo dei miei pensieri e del mio corpo.

Tutto è ormai messo in dubbio. È ora di giocare, con una sola carta sgualcita in mano, il coraggio.

Non so cosa affronterò e non so il perché, non so cosa mi aspetterà. Non so quale sia il mio prossimo obiettivo, non so nulla.

Nella testa l’eco degli ‘avrei potuto’ che rimbombano.

Non mi do pace. Mi odio piu’ di tutti. Non mi perdono, sono so per cosa.

Forse devo inconsapevolmente trovare un colpevole, e ho scelto me. Qualcuno che sia in grado di sopportare tutto questo.

Inizio a credere che quasi mi piaccia soffrire, di certo e’ il sentimento che conosco meglio. La felicita’, ad esempio, e’ un lusso che mi spaventa. Ho paura quando mi sento felice, so che durera’ poco ed e’ sinonimo di catastrofe imminente.

So che sono qui, stremata nella mente e nello spirito.

Non mi fermo, questo è certo.

Non per altro, vado avanti per inerzia.

Indietro non si puo’ andare anche se vorrei tanto.

Vorrei piangere, a volte lo faccio.

Aiuta solo ad amplificare L’emicrania costante.

Vorrei svegliarmi da questo incubo, ma la verità è che non mi sono mai addormenta.

Vorrei perdere un po’ dì questa lucidità.

Vorrei tornare indietro nel tempo.

Vorrei tornare a dieci, ma anche venti anni fa.

Vorrei un gelato, nocciola e stracciatella, con voi sul lungo lago di Gravedona.

Mai per caso, Nulla accade.

Tu promettimi che, quando perderò la calma

Sarai vicino a me

Il coraggio è come un’arma

Guè Pequeno and Marracash