#memorieidunasettimanadifficile
I buoni propositi, quelli che non riesco mai a rispettare.Pochi giorni riecheggia nel mio timpano la mia frase ricorrente : “dovresti scrivere un libro con la tua vita fuori dal comune!”.Lo so dovrei. Ma non riesco manco a scrivere un blog.Il punto è uno o vivo la mia vita al limite tra comico e tragico o riporto le mie gesta; entrambi sono impossibilitata.Se poi ci mettiamo la poca collaborazione di un PC che ha deciso di andare in letargo, l’impresa sfiora l’impossibile.(Ho ancora due articoli pronti che aspettano solo di essere pubblicati.) Ma ho sempre avuto un’irrefrenabile attrazione per le imprese impossibili.E quindi ci riprovo.
#ilvincenteécoluichenonhamaimollato

Critica della ragion realistica on
Ma il mio eccesso di ottimismo è stato ben stroncato. Infatti forse per gli altri son due mesi, ma io mi son presto disillusa accettando il fatto che non sarebbe certo potuta andare in maniera normale.
Infatti a distanza di due mesi, degli 88 giorni che devo fare ne ho fatti 14; e faccio fatica a scriverlo per le troppe bestemmie che mi offuscano I pensieri.
Critica della ragion realistica off
Ad aggiungere ansia la presenza di italiani, troppi italiani. Il 60% italiani, 30% francesi 10% poliglotti non meglio definibili.
Stavo quasi riuscendo nella mia ardua impresa “imrove english” e no… Ennesimo ostacolo pronto per rendermi la salita più complicata.
Italiani non vi temo. Vi schifo più dei francesi.
Il 90% delle persone aveva un lavoro. Questo mi ha tranquillizzato, ma non per molto.
Trascorsa la prima settimana di chiamate ed SMS compulsivi alla ricerca di lavoro, il mio umore inizia a vacillare e il, già scarso ottimismo iniziale, da i primi segni di cedimento. Complice anche il fatto che mi abbiamo rubato parte del mio cibo in cucina. Ma questo lo prendo come un buono auspicio per la dieta.
Passa un’altra settimana e piano piano anche gli ultimi sfigati senza lavoro riescono a piazziarsi.
È venerdì e la mia compagna di stanza francese (con cui condivido una miserabile stanza senza riscaldamento per pagare meno. Qui ci vorrebbe uno spin off per il dilemma stanza e vari ed eventuali) mi dice ti va una birra per non pensarci.
Decido di investire i miei ultimi averi in birra, e di tentare di rilassarmi.
Ma è nel bel mezzo del mio sorseggiare che ricevo la risposta di un farmer se voglio lavorare il giorno dopo. Parte l’halleluia, un ola gigantesca da grantham a Gatton tra canguri e bull! Corro a letto, non c’è tempo domani devo essere pimpante per questo lavoro. LAVORO.
Ti prego Wendy ascolta
Wendy – Ultimo
Non finire come loro
Con il cuore sotto terra
E con il sogno di un lavoro
Tanto chiediti alla fine
Cosa resterà davvero
Resterà solo il coraggio
Di chi infondo ci ha provato
A dedicare spazio
Solo ai più veri sentimenti
Cosa cazzo sta succedendo?!?
Il sogno di un lavoro.
Bilanciamento e risbilanciamento.Vivo il mio sogno e sogno una normalita.
Brensny è un mese che cerca di dirmelo, evidenzia e gioisci della tua diversità.


La mia morale di tutto questo è: “Alice respira, medita. Tutto quello che ti fa salire l’ulcera, i travasi di bile e ti nega il sonno, ma che riesci a gestire e risolvere, ti rende una persona migliore.”
E io voglio essere una persona migliore. Io sono una persona migliore.

Io voglio essere la migliore.
Per me.
That’s all!
#humilité
